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Kim Djeung Il - Sole della Nazione, nei primi anni '80

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Ricordate il funerale di Kim Djeung Il,  nel dicembre 2011 ?

Tutti siamo rimasti "agghiacciati" dalla teatralità di questa cerimonia e dalla partecipazione della popolazione..

È curioso rileggere un articolo dei primi anni '80 riguardo a Kim Djeung II e l'opera biografica sulla nascita della dinastia

 

LE "EDIZIONI in Lingue Straniere" di Pyongyang, Corea del Nord, specializzate nella pubblicazione e distribuzione gratuita in tutto il mondo delle Opere del Presidente Kim Il Sung, Sole della nazione, hanno ora intrapreso la pubblicazione della biografia di Kim Djeung Il, figlio ed erede del primo. Si presume che questa nuova impresa editoriale sia destinata ad assumere le stesse proporzioni enciclopediche della precedente, poichè il primo volume (345 pagine) si ferma al 18 marzo 1964: "Data storica: quel giorno Kim Djeung Il espose in pubblico il suo testo immortale "La posizione e il ruolo della circoscrizione nell' edificazione del socialismo"". Era la sua tesi di laurea. Manca invece una data iniziale alla narrazione, quella della nascita del protagonista, che si può desuntivamente indicare nei primi anni 40 sulla base di alcune allusioni indirette (si legge, ad esempio, che all' indomani della Liberazione, avvenuta nel ' 48, l' infante Djeung, non ancora in età secolare, si preoccupava vivamente della felicità del popolo). Il testo, come si conviene a una narrazione mitologica, indica soltanto l' epoca, quella della lotta contro i Giapponesi ("E' a quell' epoca che Kim Djeung Il, Stella-Guida e futuro Sole del popolo coreano, nascque durante una sanguinosa battaglia..."). In questo crepuscolo eroico prendono altresì forma, entrando nella luce della Storia, le figure mitiche degli avi della dinastia Kim, il nonno Kim Hyeung Djik, la nonna Kang Ban Seuk, il bisnonno Kim Bo Hyeun e del trisnonno Kim Eung Ou. Di qui parte il racconto biografico, in un ritmo disteso, fra la fiaba e la parabola, che mantiene fino all' ultima pagina. Il lettore segue i primi passi della Stella-Guida sotto il cielo della patria, divenuto blu dopo la Liberazione; assiste alle dolci scene familiari nella casa avita, dove si narrano aneddoti edificanti al piccolo Dirigente del Popolo, che ascolta in estasi le gesta dei suoi maggiori nelle buie notti di bufera; lo ascolta, più o meno cinquenne, dibattere di arte, politica, filosofia, con i suoi maestri, mettendoli regolarmente nel sacco; e lo vede, per mano al padre, visitare i luoghi storici della lotta anti-imperialista, loro due soli, mentre quel cuore infantile è travolto da un amore e un' ammirazione per il genitore, così immensi da assumere la forma del culto religioso per la persona del Leader, della cui natura divina il rampollo evidentemente partecipa. Lo dimostra l' improvviso, commosso ammutolirsi delle folle al suo passaggio, e l' emozione con la quale alcuni vecchi saggi scorgono in lui i segni inequivocabili del messia. Un giorno dell' aprile 1949, narra il libro, il bimbo è con sua madre ad attendere il Padre Sole di ritorno da un viaggio all' estero. L' aereo si ferma, questi scende fra le acclamazioni della folla che squassano la terra, e trasale: il figlioletto è lì davanti a lui, ansimante di gioia, e gli offre un mazzo di mughetti, il suo fiore preferito. E' riuscito a farli fiorire assai prima della loro stagione. L' amore filiale di PAGE 0 Djeung, illustrato da mille simili aneddoti sempre al limite del prodigioso, è insomma la fiamma che forgia i sentimenti sublimi, la bontà sconfinata, il genio precoce del piccolo, già padrone di ogni branca del sapere, letteratura, metallurgia, pollicultura, filosofia, elettrotecnica. Si arriva così al 25 giugno 1950, quando "il cielo blu della patria si copre di fumo": è la guerra scatenata dall' imperialismo americano e dai suoi valletti, che dopo aver occupato la metà meridionale della Corea, "all' alba di quella domenica avevano approfittato di un momento in cui tutti dormivano tranquillamente" per partire alla conquista dell' Asia. Qui il lettore trova il pargolo con la qualifica di Segretario e lo segue nel suo viaggio "attraverso monti e pianure in fiamme" durante il quale egli incoraggia soldati e lavoratori rassicurandoli della vittoria finale, fino al ritorno alla casa paterna, dinanzi alla quale egli pianta alcuni pini: "...e la gente del villaggio, bambini compresi, contemplarono allora quegli alberi con rispetto. Ai loro occhi, erano bandiere che garrivano nel cielo della patria, pilastri per sostenere la loro fede". Divenuto Segretario, la Stella-Guida, e Dirigente del Popolo, ha ormai superato la soglia della maturità e il tono fiabesco della narrazione prende via via una sonorità sinfonica, vi risuonano gli echi dell' eroico e del meraviglioso, in un crescendo inarrestabile che esplode nell' apoteosi finale del 18 marzo 1964, quando il Segretario ha già acceso (o si appresta a accendere, il testo non è chiaro) "la fiamma dell' automatizzazione generale" e a "scatenare una rivoluzione nella letteratura e nelle arti, dando così vita a opere eminentemente popolari e rivoluzionarie considerate capolavori dal mondo intero". E' a questo periodo che risale con ogni probabilità l' immagine di Kim Djeung Il, Dirigente del Popolo, che apre il libro: un giovane obeso, con una massa di lucidi capelli neri, il volto roseo e glabro di porcellana, le labbra tinte di rosso. L' opera, il cui acquisto è probabilmente obbligatorio nella Corea del Nord, merita di essere segnalata in quanto essa consacra la nascita della prima dinastia marxista-leninista, già dotata di avi gloriosi oltre che di principe ereditario al trono e al titolo di "Sole della nazione", ma regnante non già per diritto divino, trattandosi necessariamente di una stirpe atea, bensì per essere essa stessa una stirpe di semidei. Altro motivo d' interesse è la tecnica, sotto certi aspetti avanzatissima, di educazione delle masse che essa rivela. L' unico elemento di dubbio sta nel perchè un simile libro, pure di tale interesse sotto tanti aspetti, venga spedito gratis, e in gran dovizia di copie, alle redazioni dei giornali europei.

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